Il giorno delle piccole cose

“ Eppure deve essercene una da qualche parte” , mormorava Silvia fra sé e sé, camminando a passo sostenuto fra le stradine del quartiere, con un plico di fogli in mano che si facevano ogni istante più pesanti. “Non ce la farò mai” pensò, presa dallo sconforto. “Manca poco più di mezz’ora all’appuntamento!”

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Avrebbe potuto disobbedire o, peggio ancora, obiettare. Le indicazioni dell’angelo del Signore parevano poco sensate, come sempre. Che utilità avrebbe avuto percorrere la strada deserta che da Gerusalemme scende a Gaza? Umanamente nessuna, ma Filippo aveva ormai imparato la lezione: il Signore conduce i sui servitori lungo i sentieri più impensabili e improbabili. E’ proprio lì che la Sua potenza viene manifestata.

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“ Eccone una! ” esultò. Ci mancò poco che non la vedesse; una porticina insignificante, adiacente ad una vetrina anonima e recante la scritta: “Copisteria”. Spinse la porta, e quel che vide all’interno le diede l’impressione di essere stata catapultata in un mondo a parte.

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Lo Spirito di Dio disse a Filippo di raggiungere il carro che gli si parava davanti. L’uomo vi vide seduto un eunuco Etiope, un alto funzionario della regina Candace. Cosa mai avrebbero potuto avere in comune due uomini di rango così differente? Quali intenzioni avrebbe mai potuto avere il Signore, nel dirgli di avvicinarsi al sovrintendente dei tesori reali? Filippo non ebbe nemmeno il tempo di darsi una risposta; man mano che la sua distanza dal carro diminuiva, la voce dell’etiope si faceva sempre più udibile: l’uomo stava leggendo ad alta voce alcuni passi dei rotoli scritti dal profeta Isaia, che a Filippo risultavano molto familiari. “ Egli è stato condotto al macello come una pecora; e come un agnello è muto davanti a chi lo tosa, così, egli non ha aperto la sua bocca. Nella sua umiliazione il suo giudizio fu tolto via; ma chi potrà descrivere la sua generazione? Poiché la sua vita è stata tolta dalla terra”

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L’accolse un anziano signore che, avendo immediatamente percepito l’affanno della ragazza, con movimenti lenti ma precisi, le indicò ben tre macchine fotocopiatrici , grazie a cui Silvia avrebbe potuto suddividere il lavoro. “ Ce la faremo”, le disse con voce roca. Suddivise il plico in parti uguali e, con piglio esperto, fece partire le macchine, certo di poter completare la missione con successo.

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“ Comprendi ciò che leggi?” chiese Filippo allo sconosciuto. “ E come potrei , se nessuno mi fa da guida?” gli rispose il ministro. Ciò detto lo invitò a sedersi sul carro accanto a lui e Filippo non se lo fece ripetere due volte. L’Etiope pareva disperato, non riusciva a comprendere di chi parlassero i versetti che stava leggendo. Si riferivano al profeta Isaia o a qualcun altro?

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“ Lo vede quel quadro, signorina?” chiese l’anziano esercente , indicando un suo ritratto appeso dinnanzi a loro. “Come vede ero molto più giovane quando fu realizzato. Me lo donò una pittrice, madre di una mia giovane cliente, per ringraziarmi del lavoro svolto. La ragazza venne da me disperata, alla ricerca di qualcuno che potesse stamparle la tesi di laurea in triplice copia entro il giorno seguente. Lavorai per lei tutta la notte, ma riuscii a portare a termine l’impegno. Che soddisfazione ! Vede, sono anziano e tiro avanti la baracca tutto da solo, ma credo che siano la qualità del lavoro e l’amore che ci metti nel realizzarlo a fare la differenza, soprattutto in una piccola bottega come la mia” .

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Le ragioni per cui lo Spirito lo aveva condotto fino a lì, divennero , dunque, più chiare e Filippo, con entusiasmo, iniziò a spiegare al nuovo amico tutto ciò che sapeva e gli annunziò Gesù con cuore sincero. Percorsero un bel tratto di strada assieme, durante il quale Filippo terminò la sua spiegazione e accolse la confessione di fede dell’eunuco , che dichiarò di credere che Gesù Cristo fosse il Figlio di Dio. Poi, giunti nei pressi di una fonte d’acqua, Filippo lo battezzò. Una nuova anima si era aggiunta al regno dei Cieli

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Silvia non poteva crederci. I suoi documenti erano sul bancone, duplicati e rilegati. Il tutto era stato realizzato ben prima del tempo necessario , lasciandole persino qualche minuto per andare a bere un caffè. Prima di congedarsi , però, trovò il coraggio di ringraziare l’uomo che l’aveva aiutata e di dirgli ciò che sentiva nel cuore . “ Sono onorata di aver fatto la sua conoscenza. Lei mi ha ricordato un versetto della Bibbia che dice : “ Chi, infatti, potrebbe disprezzare il giorno delle piccole cose?”. Quello che lei fa quotidianamente per gli altri, con fatica e dedizione, può apparire piccolo al mondo, ma per il Signore non lo è affatto; al contrario, ha un valore immenso ai Suoi occhi."

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Non appena uscito dall’acqua, senza nemmeno poter salutare l’uomo che da poco era divenuto fratello, Filippo si sentì rapire in cielo. Non aveva mai provato l’assenza di gravità prima di allora, e a dirla tutta non sapeva nemmeno cosa fosse la gravità, ma quella sensazione gli sarebbe rimasta impressa per tutta la vita. Quel giorno non gli era stato concesso di evangelizzare città intere ma Filippo non vi badò: sapeva che il suo Signore non disprezzava il giorno delle piccole cose e che il ministro etiope, agli occhi di Dio, era più importante di una folla intera; era una pecorella smarrita che, ritrovata, poteva proseguire il suo cammino con il cuore pieno di gioia.

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Anche il cuore di Silvia era ricolmo di felicità e gratitudine. Le copie degli atti tanto urgenti erano finalmente in suo possesso, e presto lei e il suo Abramo avrebbero potuto coronare il loro sogno d’amore. Quello che poteva apparire il giorno delle piccole cose, non fu disprezzato da Colui che lei serviva e, proprio quei documenti, le avrebbero aperto la porta verso un progetto di vita ben più imponente. Paola M.